Violenza e maltrattamenti sugli animali: così cominciano i serial killer

Negli ultimi dieci anni oltre 15 mila animali sono stati sottratti a chi li maltrattava. E il rapporto del Corpo Forestale dello Stato avverte: chi si dimostra violento con gli animali da piccolo, avrà forti probabilità di sviluppare comportamenti aggressivi e criminosi da grande
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Raffaello Masci

roma

Vi ricordate il mostro di Milwaukee, Jeffrey Dahmer? Confessò di aver assassinato e smembrato 17 uomini e, in alcuni casi, di aver commesso atti di cannibalismo. Da bambino, nel suo cortile, Dahmer impalava cani e conficcava chiodi nei gatti. E Edmun Kemper? fu condannato nel 1973 in seguito a 8 imputazioni per omicidio di primo grado (8 donne, inclusa sua madre). A 13 anni uccideva i gatti del vicinato (a volte seppellendoli vivi), metteva le loro teste su dei pali e compiva riti con i suoi “trofei”. E Albert Desalvo, lo “Strangolatore di Boston”? Uccise 13 donne tra il 1962 e il 1963. Da giovane catturava gatti e cani richiudendoli in gabbie e si divertiva lanciandogli contro delle frecce attraverso le sbarre.

 

Ci sono alcune decine di casi come questi nel Rapporto che il Corpo Forestale dello Stato, insieme all’associazione Link-Itralia (che si occupa di diritti degli animali) ha illustrato stamattina. Facendo riferimento ad uno studio americano (da qui l’esemplificazione tutta relativa agli Stati Uniti) il Rapporto sottolinea come nell’esperienza di un serial killer, di uno mostro, di uno stupratore e in genere di una persona violenta, ci sia sempre un «apprendistato» fatto ai danni degli animali. Attenti dunque – è il messaggio che il Corpo forestale vuole diffondere – a chi da bambino (l’età in cui la tendenza comincia a manifestarsi è sei anni) si dimostra violento con gli animali: da grande avrà forti probabilità di sviluppare comportamenti aggressivi e criminosi.

 

E questo per dire della pericolosità sociale di simili soggetti. Senza dire che la violenza su queste creature è di per sé un abominio, che il Corpo Forestale contrasta come può. Negli ultimi dieci anni oltre 15 mila animali sono stati sottratti a chi li maltrattava, soprattutto cani (9.500), ma anche gatti (poco più di mille), cavalli e una quantità di animali esotici come pappagalli, leoni, coccodrilli, serpenti di varia natura, perfino un leone marino. Sono stati sequestrati 123 immobili destinati a pratiche seviziatorie: non solo canili lager, ma anche gabbie, scantinati per combattimenti tra cani, box, vere camere di tortura.

 

Tra i reati più diffusi la zooerastia, cioè i rapporti sessuali con gli animali, la bestialità, cioè il filmarsi mentre si infliggono torture agli animali, i crush videos in cui si vedono cuccioli uccisi con ferocia … e via elencando. Il tutto con l’aggravante della diffusione di questo materiale via social network o youtube.

C’è poi un nesso tra maltrattamenti sugli animali e criminalità: la cosiddetta «pedagogia nera» secondo cui un criminale baby, per essere svezzato e iniziato alla malavita, deve cominciare con l’infierire sugli animali.

 

La risposta – in positivo – a questo fenomeno è, beninteso, la repressione a norma di legge (numero 189 del 2004), ma soprattutto una pedagogia positiva che spinga i piccoli (e i grandi) ad avere rispetto per gli animali: cibo, acqua, ambiente adeguato, considerazione delle loro esigenze … e non scambiare mai un cucciolo per un giocattolo con cui intrattenere i pargoli della specie umana.