Maltrattamento e uccisione di animali
Posted on 14 aprile 2017 by Alessandro Coppola
I bocconi avvelenati
Per sensibilizzare riguardo il fenomeno dei bocconi avvelenati, Casa Vaikuntha ha realizzato un’intervista a Ruth Pozzi. Ufficiale di polizia giudiziaria del servizio vigilanza faunistica della provincia di Alessandria.

Domanda nr 1Violenza sugli animali e devianza sociale
Risposta: Molte persone, proprio perché sanno che tipo di professione svolgo, mi chiedono per quale motivo la legge sull’uccisione e il maltrattamento di animali, e quindi parliamo anche di bocconi avvelenati, sia stata inasprita giuridicamente.
C’è un aspetto che spesso è sottovalutato. Da indagini condotte in Italia, un’indagine che viene definita LINK, è apparsa evidente la connessione tra il maltrattamento e l’uccisione di animali, soprattutto con tecniche crudeli, e la morte per bocconi avvelenati lo è, e una certa devianza sociale.
Cosa significa? Significa che studi molto seri condotti soprattutto negli Stati Uniti, dall’FBI, hanno potuto dimostrare che i soggetti che incrudeliscono nei confronti degli animali avranno una escalation di crudeltà e di reati anche nei confronti delle persone.
Da uno studio fatto in un carcere americano è emerso che il 97/98{e261585656257a7fdf1258f0de6bc260e628f6c4f1589b6e7efae5bca7fac711} dei detenuti, incarcerati per reati contro le persone, avevano avuto esperienze, dirette o indirette, fin dalla fanciullezza, di violenze contro gli animali.
Se volete approfondire e/o verificare i temi dei citati studi accreditati, collegatevi al sito del’associazione Link Italia
Il problema della crudeltà e del porre fine alla vita di un animale, soprattutto in maniera crudele, e quindi anche con la tecnica dei bocconi avvelenati, è un problema sociale.
È un problema di soggetti che molto spesso non hanno nemmeno la consapevolezza dei danni che fanno.
Il fatto che esista una connessione, un LINK appunto, è pericoloso. Perché colui il quale compie reati criminosi contro un animale, che sia d’affezione o che sia di fauna selvatica non importa, un domani potrebbe sviluppare comportamenti criminosi anche in altri ambiti.
Non possiamo avere una visione settoriale dei reati
Noi non possiamo avere una visione settoriale dei reati. Un reato è un reato. Se è commesso contro un essere vivente dobbiamo sapere chi ha commesso quel reato e che tipo di personalità ha. E se quel tipo di personalità può essere pericoloso anche in “escalation”.
Chi sottovaluta determinate azioni criminali sbaglia. Sbaglia proprio per questi motivi. Perché c’è qualcosa di patologico, qualcosa che richiede un’indagine nella personalità di coloro che compiono atti di questo genere.
Non sono casi isolati, non sono situazioni da sottovalutare.
Ci vuole preparazione. Ci vuole un po’ di sensibilità. Ci vuole la collaborazione delle persone. E soprattutto ci vuole un cambiamento culturale.
E nel momento in cui c’è un cambiamento culturale, nel momento in cui le persone chiedono con fermezza, viene da sé che le leggi vengano adeguate.
In ogni caso, le leggi che abbiamo oggi in Italia, pur con tutte le lacune e le imperfezioni, sono già sufficienti, se c’è volontà, per incidere su chi compie questi reati.
Casa Vaikuntha ringrazia Ruth Pozzi per il tempo che ha voluto dedicarci e per aver risposto alle nostre domande in modo professionale, appassionato ed etico.
“Certo, l’abbiamo capito – le persone che picchiano i propri figli picchiano anche i propri cani, le persone che picchiano i propri cani picchiano anche i propri figli – è tutto collegato”.
(Ben Click, Capo della Polizia, Dallas, Dipartimento della Polizia del Texas)

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