IL CORRIERE DEL TICINO

Il passo breve della violenza

Chi maltratta gli animali può farlo anche con gli umani

L’appartamento degli orrori di via al Boschetto a Lugano; il caso della signora Mary Bale e quello della 19.enne tedesca che si filma mentre annega sei cuccioli di cane (vd. suggeriti). Siamo partiti da questi casi – tre tra i molti che hanno punteggiato l’estate – per capire cosa stia accadendo nel mondo degli umani: quali i meccanismi che si sono inceppati, quali le spiegazioni, quali le vie d’uscita. Per farlo ci siamo rivolti alla dott. Francesca Sorcinelli (trovate l’intervista integrale sul CdT di oggi), project Leader e direttore scientifico di LINK-ITALIA (vd. Link), progetto che, dati alla mano, dimostra quanto nel mondo anglosassone è già accertato e acquisito: chi infligge sofferenze e compie atti violenti contro gli animali è potenzialmente in grado di dirigere simili attenzioni anche verso esseri umani in un’escalation che può avere il suo apice nel crimine violento; nell’omicidio.

Perchè questo crescendo di violenza?
«La nostra società che dal 1850 ha iniziato a relazionarsi più con le macchine che con gli altri animali e la natura, è diventata una società psicopatica che, in alcuni suoi soggetti, è già preda di delirio».
Molteplici i motivi. Esistono vie d’uscita?
«I casi concreti con i quali mi trovo quotidianamente confrontata non mi permettono di ben sperare. So che il passo – dalla violenza sugli animali  a quella sugli umani – è breve e che l’escalation è rapida. So però anche che se s’interviene tempestivamente sui più giovani, si può frenare e commutare il processo. È, questa, la parte che considera il bicchiere mezzo pieno e che è consapevole della necessità di pronte condanne, scevre da giustificazioni e dense di motivazioni. Mi chiedeva se esistono vie d’uscita. Il rinnovato interesse di molti per gli animali e la natura è una di queste. Ricordarsi che oggi ‘andare avanti vuol dire tornare indietro’, è la via maestra».