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1 marzo 201722:16

Bergamo, il “killer dei gatti” condannato a tre anni e sei mesi

Lʼuomo aveva acquistato gli animali su internet ed è stato accusato di maltrattamento e uccisione

 

Un uomo di 43 anni è stato condannato in tribunale a Bergamo, accusato di maltrattamento e uccisione di animali. Il serial “killer dei gatti”, così ribattezzato per la sua “preferenza” per i felini, sconterà una pena di 3 anni e 6 mesi. Il pluriomicida aveva contattato alcune donne che avevano pubblicato su internet l’annuncio di vendita di alcuni gattini e, dopo averli ricevuti, li avrebbe torturati e uccisi.

Dopo un lungo processo arriva la sentenza di primo grado per il killer, che aggiunge due anni di libertà vigilata al termine della pena, mentre il pm aveva chiesto un anno e quattro mesi di reclusione. L’uomo, di Trescore Balneario, era già stato condannato lo scorso dicembre a 2 anni per stalking.

“Si tratta di una delle condanne più severe mai inflitte nel nostro Paese per il reato di maltrattamento e uccisione di animali“, osserva l’avvocato dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali) Claudia Ricci, che si era costituito parte civile – abbiamo messo in risalto con la dovuta evidenza, anche grazie alla documentazione prodotta insieme all’associazione Link Italia, l’estrema pericolosità sociale dell’imputato. Attendiamo che siano rese note le motivazioni per sapere se il giudice ha accolto la nostra tesi”.

“Da Bergamo oggi viene lanciato un segnale importantissimo – aggiunge Carla Rocchi, presidente nazionale di Enpa – e sono convinta che questa sentenza ha tutte le che carte in regola per fare giurisprudenza. Dall’entità della pena inflitta al “killer dei gatti” mi sembra vi sia finalmente una piena valutazione della reale portata e gravità dei delitti da lui commessi – continua – mi auguro che si inneschi un “effetto domino” che coinvolga tutti gli altri procedimenti giudiziari che abbiano ad oggetto reati in danno agli animali, a partire dal caso del cane Angelo”.

Anche l’Enpa di Bergamo ha seguito passo dopo passo l’intera vicenda con il commissario straordinario Mirella Bridda, anche prima che l’imputato venisse rinviato a giudizio. “La severità della condanna – conclude Bridda – è un fatto estremamente positivo, ma questo non può cancellare il dolore e l’amarezza che noi tutti proviamo a causa delle terribili sevizie inflitte agli animali. Penso che sia finalmente giunto il momento di prevedere un inasprimento delle pene per i reati in danno agli animali”. In caso di appello, l’Enpa annuncia che sara’ presente anche in questa sede.