La storia della European Link Coalition è iniziata nel 2012 in un pomeriggio soleggiato di una normale giornata bulgara. In un piccolo villaggio vicino a Sofia a un randagio fu sparato, gli fu tagliata la lingua e venne lasciato agonizzante.
La notizia circolò e nell’Europa occidentale l’indignazione divenne palpabile. Qualcosa doveva essere fatta. Fu inviata una petizione all’UE, ma la risposta fu sempre la stessa “Ogni Stato membro ha la responsabilità della gestione dei propri randagi”.
Un dubbio però si insinuò “Cosa accade ai bambini che assistono a questi orrori?”
La domanda avvia un percorso basato anche sul lavoro dei ricercatori americani i quali avevano già prodotto un enorme volume di letteratura che identifica il LINK come correlazione tra abuso di animali e violenza interpersonale.
Per ottenere la resilienza accademica a questo concetto appena nato in Europa è stato condotto in Romania lo studio “Making the Link”, con gruppi di lavoro a Berlino e in Germania. Questo è stato il primo studio condotto in questo settore nell’ Europa dell’Est. I risultati sono stati inquietanti. Le correlazioni che l’abuso di animali ha con l’abuso di persone sono vari e di grave impatto, su scala mai vista prima.
Mentre nelle società occidentali l’abuso di animali è indicativo della probabilità di scoprire individui <<a rischio>>, la portata di tale abuso suggerisce di lavorare affinché si comprenda che in realtà <<a rischio>> è una società. La violenza irrisolta indirizzata contro gli animali, a cui assistono dei minori aumenta la loro <<desensibilizzazione>> con la conseguente riduzione dell’empatia affettiva che porta ad un ciclo di abusi che colpisce un’intera società.
I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Journal of Interpersonal Violence ed hanno avuto come coautori eminenti professori ed esperti mondiali nel concetto LINK.
In tutta Europa si sta iniziando a lavorare per esplorare l’impatto e l’effetto degli abusi sugli animali, nonché la possibilità che questi possano permettere di identificare gli abusi “nascosti” ovvero abuso su minori, violenza domestica o potenziali assassini. Sebbene ancora a livello embrionale, queste attività di <<correlazione>> si stanno diffondendo in tutta Europa: Regno Unito, Italia, Ucraina, Svezia, Paesi Bassi, Spagna, Croazia, Norvegia, Bulgaria, Romania, Grecia.
Le nazioni si sono unite con la formazione dell’European Link Coalition e pian piano il concetto di LINK sta arrivando alle persone e alle autorità europee: l’abuso di animali non è più un problema a sè ma indicativo di un malessere più profondo che colpisce la società. Quindi, attraverso il riconoscimento della correlazione <<LINK>> tra abuso di animali e abuso di persone il ciclo della violenza può essere interrotto e gli individui maltrattati possono essere riconosciuti. L’abuso di animali, per associazione, diventa socialmente predittivo.
Il LINK – tra l’abuso di animali e violenza su umani è ora incontrovertibile, ma l’applicazione di questo concetto in Europa è ancora agli albori, ciò nonostante dal 2017 un rinnovato fervore si è sviluppato fra i membri della Coalizione.
Uno fervore che come primo risultato vede, il 18 settembre 2023, la realizzazione di uno straordinario traguardo!
In tale data le Nazioni Unite infatti ratificano ufficialmente il Commento Generale 26 fornendo indicazioni autorevoli che richiedono alle Nazioni di cambiare prassi, politiche e leggi per conformarsi alla Convenzione “legalmente vincolante” dell’ONU sui Diritti del Fanciullo.
Ciò impone il “severo obbligo”, a tutti i 193 Paesi che ne fanno parte, di prevenire le implicazioni psicosociali dell’Esposizione di Minori alla Violenza su Animali per cui: “I bambini devono essere protetti da ogni forma di violenza fisica e psicologica e dall’esposizione alla violenza, come la violenza domestica o la violenza inflitta ad animali”.
In tal senso è stato fondamentale il lavoro della European Link Coalition e la caparbietà del Coordinatore Malcom Plant.
La sollecitazione per l’inserimento del Commento Generale 26 è avvenuta in particolare grazie alla lettura da parte dei Membri del Comitato dell’ONU sui Diritti dell’Infanzia, del documento redatto dalla Teesside University a seguito di uno studio sugli effetti nei bambini dell’esposizione alla violenza su animali.
“I Commenti Generali delle Nazioni Unite vengono rilasciati raramente per fornire indicazioni definitive e chiarezza su come le Nazioni debbano agire per ottenere la conformità con la Convenzione dell’ONU sui Diritti dell’Infanzia “legalmente vincolante” e rispetto a cui i Governi sono soggetti ad un “obbligo rigoroso”. Ciò comporterà in particolare l’obbligo di impedire a chiunque abbia meno di 18 anni di partecipare alle corride, agli spettacoli in cui si sfruttano animali e alle battute di caccia, oltre ad essere un requisito per i paesi in cui gli animali randagi sono gestiti tramite uccisioni pubbliche” E.L.C.